La Svizzera e Napoleone
Napoleone riconobbe che il modello di uno Stato unitario centralista non aveva chance di sopravvivere in Svizzera a causa delle differenze linguistiche, culturali e religiose. Propose dunque una bozza di costituzione per uno stato federale.
Poiché alla fine del XVIII secolo la Svizzera era soggetta al potere dei francesi, non poté tenersi fuori dalla guerra combattuta all'epoca in Europa. Nel 1799 la Svizzera fu involontariamente teatro della battaglia tra la Francia e le truppe austriache e russe, quando queste ultime tentarono invano di scacciare i francesi. La presenza di un gran numero di truppe straniere in Svizzera impoverì ulteriormente il paese.
Fra il 1799 e il 1803 la Repubblica elvetica subì inoltre quattro colpi di stato; la ripartizione dei cantoni e la Costituzione furono modificate più volte. La Repubblica elvetica si dimostrò ingovernabile, poiché il parlamento era diviso in due correnti, quella federalista e quella centralista. Il paese slittò verso una guerra civile e Napoleone fu costretto ad intervenire in quanto mediatore della Repubblica elvetica.
Nel marzo del 1803 entrò in vigore l'Atto di mediazione, che restaurò il vecchio sistema cantonale, con l'integrazione in qualità di membri a pieno titolo delle precedenti regioni sottomesse. La Confederazione si allargò quindi di sei cantoni nel 1803 (Argovia, Grigioni, San Gallo, Turgovia, Ticino e Vaud).
La nuova costituzione riconosceva nuovamente la neutralità svizzera, ma gli svizzeri erano tuttora obbligati a fornire soldati per l'esercito francese. Molti soldati svizzeri morirono combattendo per la Francia. La più famosa impresa di questi soldati è costituita dalla battaglia svoltasi al fiume Beresina, dopo il ritiro di Napoleone dalla campagna russa (1812). Per un giorno intero, 1'300 soldati svizzeri riuscirono a difendersi da 40'000 russi, mentre il resto dell'esercito attraversava il fiume su pontoni. La maggioranza dei soldati svizzeri vi perse la vita, ma le truppe francesi furono salvate dalla sconfitta totale.
La Svizzera dopo la caduta di Napoleone
In seguito al fallimento della campagna di Russia del 1812, Napoleone cominciò a perdere il favore degli svizzeri. Ne giovarono gli alleati, guidati dall'Austria, che cercarono di minare l'influenza della Francia in Svizzera.Le autorità pre-rivoluzionarie presero di nuovo il controllo alla fine del 1813, e le vecchie costituzioni cantonali, con tutte le loro disuguaglianze politiche e sociali, furono restaurate. Nonostante la dura opposizione di alcuni ex signori, i nuovi cantoni non furono aboliti.
In base al nuovo Patto Federale firmato nell'agosto 1815, i cantoni recuperarono la loro sovranità in tutti i campi con l'eccezione della politica estera.
Vallese, Neuchâtel e Ginevra si unirono alla Confederazione nel 1815. Il territorio della diocesi di Basilea (nel Giura) fu preso alla Francia e dato in larga parte a Berna. Questo fu l'ultimo significativo cambiamento dei confini della Svizzera che a tutt'oggi si registra.
Altri link
Leggi di più sulla storia svizzera